Con precisione le sentenze sopra citate affermano che
In tema di assegno di divorzio, deve ormai essere considerato superato il criterio del tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio, fino ad ora utilizzato per la definizione dell’an debeatur dell’ex coniuge richiedente l’assegno, e deve, invece, essere applicato il criterio dell’indipendenza economica, che si ritiene più attuale e coerente con il contesto sociale contemporaneo. Pertanto, ai fini dell’accertamento di tale indipendenza economica, devono essere valutati i seguenti indici: il possesso di redditi di qualsiasi specie, il possesso di cespiti mobiliari e immobiliari, la capacità e la possibilità effettiva di lavoro personale - tenuto conto la salute, l’età, il sesso del richiedente nonché le condizioni del mercato di lavoro autonomo o dipendente - e, infine, la stabile disponibilità di una casa di abitazione.
Se, da un lato, si può ritenere che queste sentenze siano state accolte con entusiasmo (dovrebbero affievolire i forti contrasti per questioni economiche, dove sovente prime vittime sono proprio i figli), dall’altro, non è trascurabile il rischio della creazione di profonde ingiustizie sostanziali soprattutto oggi con la riduzione dei termini per poter richiedere il divorzio dopo la separazione.
Aggiornamento (notizia del 17/11/2017, fonte "La Stampa"): Berlusconi non dovrà più versare l’assegno di 1,4 milioni di euro a Veronica Lario proprio grazie all'applicazione di questa recente sentenza che ridefinisce i criteri di calcolo dell' assegno di divorzio dovuto all'ex coniuge. (Su Altalex è possibile scaricare la sentenza)
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